Le città di pietra lasciano sempre da qualche parte la loro impronta in negativo. A Lecce, il luogo da cui è stata estratta gran parte della pietra che ha dato origine ad una delle più spettacolari manifestazioni dell’architettura europea sorge ora ai margini del centro. È questa la prima occasione che il progetto intende sfruttare. Tra le cave di Marco Vito e la piazza del Duomo la distanza è di poche centinaia di metri. La possibilità che da una area oggi abbandonata, e di cui si propone la trasformazione in parco, e il centro cittadino si sviluppi un percorso che, in successione, permetta di attraversare un tratto di territorio agrario “restaurato”, di affacciarsi o di percorrere cave ripulite e trasformate in giardini e in esposizioni didattiche a cielo aperto sull’arte lapidea, per poi protendersi verso il cuore urbano, è una esperienza che nessuna città, oggi, potrebbe permettersi. Riempirla di edifici, pur dedicati ad attività pubbliche, sarebbe, a nostro avviso, un errore. La sua eccezionalità consiste nelle diverse tipologie di vuoto che presenta: dagli antri drammatici delle cave, allo spazio desolato di frammenti di campagna in cui episodiche presenze ricordano antichi usi. Dare un senso a questi vuoti, tramutare un luogo poco noto in una straordinaria attrattiva turistica e in un valore prezioso per gli abitanti è il secondo obiettivo del nostro progetto. La ripulitura delle cave e la sistemazione delle aree in superficie fornirebbero, infatti, la possibilità di ottenere un vasto parco dedicato allo svago, alla comprensione delle origini della città e del suo territorio, una sorta di museo a cielo aperto, praticabile e utile sia per gli abitanti della città che per i turisti che la frequentano in gran numero.
Nella sua sostanza il progetto definisce, dunque, un parco, destinato a dare sfogo e identità alla periferia urbana stringendo strette relazioni con la città storica, non un recinto isolato, bensì un moltiplicatore di relazioni e percorsi
che abbatte barriere ed isolamenti di vecchia data costruendo un nuovo ambito che moltiplica percezioni, effetti, valori.