Quella del Mediterraneo è una luce strana, leggera, blu e grigia, umida e impalpabile che si legge sui muri disegnati dalle ombre del bucato steso al sole su di un filo sorretto da un bastone biforcato: la “forceddha” e di notte dalla flebile luce delle fiaccole.
Dall’archetipo della fiaccola agli oggetti d’uso comune come il fuso, il gancio di pietra x legare i muli, la “forceddha”, lo scopo non è la reinterpretazione nostalgica del passato ma un impegno creativo x dare forma a nuove idee.
Forcina è il risultato di questo processo, un oggetto essenziale e minimalista.
1 bastone, 2 bracci x i corpi illumintanti alogeni, 2 cavi x l’alimentazione a bassa tensione e come binari su cui scorrere x mezzo di una piccola ruota alla base, sono elementi essenziali della lampada. Gli attacchi dei fili sono 2 ventose che, all’occorrenza possono essere spostate da 1 muro all’altro. Il trasformatore serve x avvolgere il filo come un vecchio fuso e da luce x la notte.
Facilmente trasportabile, all’occorrenza può assumere diverse inclinazioni che creano suggestivi effetti luminosi. Una ghiera tra il bastone e i bracci è l’interruttore e il variatore d’intensità.
Può essere realizzata in acciaio cromato o in alternativa in policarbonato di vari colori, i corpi illuminanti sono in vetro smerigliato, le ventose e il trasformatore in gomma e plastica colorata.
Forcina ridisegna le pareti delle case con gli stessi effetti d’ombra che si potevano intravedere sui muri esterni delle vecchie case.